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Amritsar

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Amritsar Indirizzo

8 opinioni su Amritsar

Man mano che andavo scendendo verso...

Man mano che andavo scendendo verso sud, dalla remota e desolata Ladakh, incontravo città più popolose. Se a Srinagar ci vogliono 5 minuti per attraversare una strada, a Amritsar ce ne vogliono 20. Nella capitale dello stato del Punjab vivono poco più di 1 milione di persone ed il caos nelle città indiane cresce proporzionalmente al numero dei suoi abitanti. Sporca, disordinata, terribilmente rumorosa, molto povera, la città, fondata dagli Sikhs, mette alla prova per i sensi e le emozioni anche del viaggiatore più esperto.

Tuttavia, nel caos della labirintica città vecchia, Amritsar ha il suo paradiso: Il Tempio d'Oro, meraviglioso tempio dove gli Sikh dimenticano l'inquinamento e il disordine della città per abbandonarsi alla serenità della preghiera.


Un'altra esperienza affascinante che offre Amritsar è quella d'assistere alla cerimonia che si svolge ogni sera al tramonto, ad Attari, al confine con il Pakistan. La cerimonia, alla quale partecipavano solo i soldati assegnati al confine, oggi è diventata uno spettacolo imperdibile, al quale prendono parte persone provenienti da diverse parti dell'India.
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Dopo aver passato alcuni giorni sia a...

Eccellente

Dopo aver passato alcuni giorni sia a Delhi e nuova Delhi, ho cominciato un breve viaggio approfittando di alcuni giorni liberi prima di andare a lavorare come volontario in un’ONG nell’Himalaya occidentale. Studiando un po’ il percorso per non allontanarmi troppo, ho preso il primo treno verso AMRITSAR, la città magica e santa per la religione Sijk, che è una setta dell’induismo, però con alcune importanti differenze, appartengono a questa tutti gli indiani che usano il turbante. Mi dirigevo verso la frontiera tra India e Pakistan, proprio lì c’è questa città, centro religioso, e fremevo per vedere il tempio d’oro, famoso per la sua storia e le sue leggende. La gente del luogo è molto ospitale, se arrivi qua e vuoi veramente sentire l’ambiente o non hai soldi c’è un ostello organizzato in camerate per piccoli gruppi e anche se io non ci ho pernottato, sono sicuro che i turisti hanno delle stanze a parte affinché l’incontro culturale con gli indiani non sia traumatico, e le donne di questa religione dedicano tutto il loro tempo a cucinare per gli ospiti.

Racconta la storia moderna dell’?india che in tempi difficili durante i quali governò Indira Gandhi, ci fu una sollevazione e i ribelli cercarono riparo in questo luogo sacro; la prima ministra dopo aver riflettuto qualche giorno ordinò l’assedio da arte dell’esercito: entrarono carri armati distruggendo parte della struttura, cosa che il popolo non ha mai dimenticato, e anni dopo la prima ministra pagò con il suo sangue l’offesa, infatti, fu assassinata dai suoi bodyguard che appartenevano a quella setta.
Entrare nel Golden Temple è stata un’esperienza unica, presi un rickshaw che altro non è che un carro tirato da una bicicletta, non riesco a capire come mai questa gente così mal nutrito ed essendo così magra possano avere la forza di tirare dei carri così pesanti, portavano me, lo potete credere? Arrivammo al luogo segnalato, l’entrata alla città è di color rosa o qualcosa di simile, ho pagato il ragazzo che mi ha portato fin lì, e c’erano file immense per entrare, gente sijk che veniva da tutta l?india, prima c’erano peregrinazioni anche dal Pakistan giacché la frontiera è a soli pochi kilometri da qui. Prima di tutto mi diressi all’ufficio informazioni perché lì mi avrebbero informato sulle regole del gioco, cioè come comportarmi che fare o cosa non fare. Mi dissero che dovevo entrare con la testa coperta, ti danno un panno arancione, che è il colore della purezza, e poi dovevi fare una coda enorme per lasciare le scarpe, perché è obbligatorio entrare a piedi nudi. Poi mi mostrarono una serie di riti. Entrai e l’esperienza è stata allucinante, è un’area aperta molto vasta, con una sorta di lago artificiale e proprio nel centro di questo c’è il tempio la cui metà è completamente d’oro, impressionante. Cammini in senso orario e senti dagli altoparlanti cantanti cantando (scusate la ridondanza), è una musica sacra, che ti trasporta, è immensamente rilassante, il luogo è grande ed ho potuto osservare come gli uomini entrano nelle acque perché credono che siano miracolose; c’è una leggenda che racconta di un re che era gravemente ammalato, s’immerse in queste acque e recuperò la salute, per questa ragione in questo punto esatto fu costruito il tempio. Ho percorso tutta la parte per entrare al tempio, purtroppo è proibito scattare fotografie dal momento in cui cominci il cammino dalla riva fino al centro del lago, in cui si trova il tempio, lo rispetto, anche se descrivere a parole quello che ho visto non sarà sufficiente per rendere l’idea. Come tanti ho aspettato il mio turno per entrare nel tempio, c’è un uomo che legge le scritture e un quartetto o un trio, non lo ricordo, di cantanti, perché a turno bisogna cantare 24 ore su 24. Il tempio, pieno di oggetti d’oro e ben decorato, è speciale per l’aria che emana, a me ha dato molta tranquillità nonostante la folla. Ne sono uscito soddisfatto, ho continuato a scattare foto fino a quando sono arrivato a un albero che si trova proprio sulla riva di questa specie di piscina o di lago artificiale, anch’essi sono sacri. Sarei voluto rimanere di più, però dovevo correre a prendere il treno perché mi dirigevo in un luogo totalmente diverso… Dharam Sala.
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Informazioni Amritsar