cinzia d'agostino
Quando c'era Castrum Sancti Angeli
Castel Madama, prima di chiamarsi così in onore di Madama Margarita d'Austria, era Castrum Sancti Angeli, ovvero una rocca dedicata al proprio protettore San Michele Arcangelo. In omaggio a costui, nel '300 esisteva un oratorio esattamente nello stesso luogo dove ora sorge la chiesa, di San Michele Arcangelo, appunto, la cui edificazione risale al 1771: un progetto in stile neoclassico dell'architetto romano Pompeo Schiantarelli.
Sull'imponente facciata due nicchie a destra e sinistra della porta d'ingresso, una dedicata a Don Bosco, l'altra a Maria Goretti. All'esterno, nella strada laterale sinistra, due ingressi molto decorati con una scritta relativa alla Società del SS Sacramento, anno 1834.
All'interno, dietro l'altare c'è un dipinto del pittore tedesco Hardtmuth in cui è ritratto l'Arcangelo nell'atto di sguainare la spada contro il male. Il fatto curioso è che è tale e quale a quello realizzato da Guido Reni nel 1635, conservato a Roma, nella Chiesa di Santa Maria della Concezione. Ci sono parecchie cappelle, tra cui quella dedicata alla Madonna di Guadalupe e a San Francesco di Paola. Singolare, alla sinistra dell'altare, la maschera funeraria in gesso a colori di Sant'Ignazio di Loyola, venerato perché operò molto per la pace tra Castellani e Tiburtini nel 1548. Non manca la "macchina di San Michele", una struttura di legno decorato con la statua al centro, che viene portata in processione a maggio e a settembre dalla Confraternita del SS Sacramento. C'è pure l'effigie della Madonna della Speranza con Bambino sul grembo e piccola croce in mano con una cornice dorata molto appariscente. La cupola è davvero enorme (e molto luminosa), 18 metri di diametro e 35 di altezza, decorata con rosoni di gesso dorati. Ai quattro lati, i quattro evangelisti, opere del 1900. Entrarci dentro emoziona non solo per il carattere spirituale del luogo, ovviamente, ma per una tale ricchezza di "onori" a così tanti santi, tutti insieme.
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