SerViajera
Da Tinghir a Merzouga
Dopo aver trascorso la notte in un piccolo albergo vicino al palmeto di Tinghir e dopo l'escursione nella Gola del Todra, siamo tornati a prendere la nostra disastrata auto a noleggio e abbiamo proseguito verso le dune di Erg Chebbi. Se il paesaggio finora ci era sembrato lunare e spoglio, ora diventava ancor più arido e spettrale. Il terreno sembrava sabbia sporca, l'aria era piena di polvere, e qua e là, pur non essendoci vento, strani mulinelli si formavano dal nulla e salivano verso il cielo. Sulla strada piena di buche non passava nessuno, salvo 4x4 in gruppi di 4 o 5. Inoltre, di quando in quando, si vedeva gente camminare a bordo strada.
Dove andavano? Impossibile immaginarlo, nei dintorni non si vedevano case né villaggi né oasi. Circa 50 km prima di Rissani la strada ha cominciato a sparire. Mucchi di sabbia sporca la invadevano e bisognava avanzare a 10 km/ora. Minuto dopo minuto ci chiedevamo dove stavamo andando. La sensazione era di andare dritto fino alla fine del mondo. E' stato un sollievo arrivare a Rissani e vedere persone, automobili, movimento. Da lì la strada è leggermente migliorata, pur rimanendo deserta. Il terreno, ora, era piano e coperto di minute pietruzze. Improvvisamente, all'orizzonte, un lampo dorato. Eravamo dubbiosi all'inizio, ma poi sono sparite le pietruzze ed ecco la sabbia, pulita, morbida, gialla, e ci siamo resi conto che questa sorta di miraggio dorato erano le dune di Erg Chebbi.
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