Gramsci, Cavour e il
Se a Torino ti chiedessero "Scusi, dov'è Piazza Carlo Emanuele II?" nessun torinese che si rispetti saprebbe rispondere. Questa grande piazza rotonda e quadrata tagliata da via Accademia Albertina viene da tutti chiamata "piazza della Carlina": ovvero col nomignolo che il popolo diede al duca di Savoia, nonché principe di Piemonte, a causa per i suoi modi e delle sue fattezze un po'effeminate.
Fu costui che nel 1673, nel quadro del piano urbanistico di ampliamento della città sabauda, volle edificare in pieno centro una grande piazza coll'intento di farne il principale spazio pubblico ove esporre il lusso e il fasto della corte del sovrano. Ironia della sorte, in breve divenne il luogo dove si teneva il semplice, popolare e volgare mercato del vino, per poi divenire cent'anni dopo (durante l'occupazione francese) in un climax di disavventure, sede della ghigliottina.
Sul lato Sud della piazza si staglia la chiesa di Santa Croce, progetto del Juvarra, realizzata nel 1718, oggi è adibita a chiesa ortodosso-romena.
Da via Santa Croce fa cucù la chiesa di Santa Pelagia (1769-72), gioiellino tardo-barocco col caratteristico coro a forma di conchiglia: dietro i suoi tetti, da via San Massimo, si sorge la sagoma aguzza della Mole.
Infine, sul lato Est della piazza il palazzo che diede i Natali a Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista d'Italia.
Perchè visitare questa controversa piazza? Per l'arte e la storia che emana da ogni mattonella, e anche perché la sera è una delle mete della movida torinese: il vino qui, scorre come ai tempi dell'antico mercato!


